Bancarotta Siltal: scoperta cessione di cespiti a Pignataro
Dopo l'arresto del numero uno Gabrio Caraffini
Bancarotta Siltal: arrestato il numero uno Gabrio Caraffini. Gli arresti eseguiti oggi arrivano al termine di una indagine partita lo scorso anno. La vicenda nasce nel 2005, quando la Collefiorito e la Progetto Pluricom, due società del Lazio riconducibili a Caraffini, vendono all'imprenditore Raffaele Di Mario (ex presidente del Pomezia Calcio, già indagato a Roma per altra vicenda) alcuni terreni destinati alla costruzione del centro commerciale "Dima Shopping Bufalotta", ottenendo una plusvalenza pari a 53 milioni di euro di crediti (in gran parte inesigibili) che, attraverso il ricorso massiccio a fatturazioni per operazioni inesistenti, vengono dirottati a Caraffini, ritenuto dagli inquirenti il "dominus" dell'operazione. Circa 11 milioni sarebbero stati a questo punto distratti a vantaggio di Caraffini e di societa' a lui riconducibili, mentre oltre 40 milioni vengono usati dall'imprenditore per capitalizzare la Gepafim, holding che attraverso la newco Siltal rileva dall'amministrazione straordinaria la Iar-Siltal e al Silia spa di Casale Monferrato. Dalle indagini e' emerso che dei crediti conferiti in Gepafim solo 17 milioni si tramutano in denaro realmente disponibile, mentre il resto viene distratto a favore di societa' riconducibili sempre a Caraffini. Quanto alla Iar-Siltal e alla Silia, acquisite grazie a finanziamenti concessi a Siltal da Banca Intesa, gli arrestati avrebbero dismesso a loro vantaggio gran parte degli immobili che costituivano il residuo patrimonio aziendale. In particolare le Fiamme Gialle hanno scoperto che la cessione dei cespiti residui di Iar-Siltal e Silia (due complessi industriali ad Abbiate Grasso, in provincia di Milano, e a Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta) è avvenuta attraverso un contratto di lease back con Intesa Leasing. Al termine dell'operazione, l'istituto bancario e' rientrato dei soldi ma nell'ordinanza con cui ha disposto gli arresti il Gip afferma che il ruolo della banca in questa vicenda, al momento sospeso, va approfondito. Chi indaga vuole capire come mai nessuno abbia vigilato sulla effettiva consistenza patrimoniale della Gepafim.
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