giovedì 29 settembre 2011

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Bancarotta e riciclaggio, arrestato l’ex numero uno di Trafomec Gabrio Caraffini e altre quattro persone

Operazione condotta dalle Fiamme gialle e dalla procura di Roma

Bancarotta e riciclaggio, arrestato lex numero uno di Trafomec Gabrio Caraffini e altre quattro persone

La finanza ha sequestrato immobili per oltre 20 milioni di euro

Gabrio Caraffini, imprenditore perugino per lunghi anni ai vertici di Trafomec, l’importante azienda della Valnestore che sta attraversando una pesante crisi, è stato arrestato giovedì insieme ad altre quattro persone su ordine del gip di Roma. A Caraffini fa capo la Gepafim Holding, un gruppo imprenditoriale attivo nel settore industriale, finanziario ed immobiliare. L’operazione, compiuta dagli uomini del nucleo valutario della Guardia di finanza coordinati dal procuratore aggiunto, Nello Rossi, e dai sostituti Francesca Loy, Giuseppe Cascini e Maria Sabina Calabretta, ha portato agli arresti anche di Antonio Cecchetti, Sergio Pellerey, Pietro Moretti e Giuseppe De Martini.

Ventisei indagati In totale sono 26 le persone indagate: i reati contestati vanno dalla bancarotta fraudolenta, al trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e appropriazione indebita. Le Fiamme gialle hanno eseguito il sequestro di beni immobili (per un valore di più di 20 milioni di euro), conti correnti, depositi bancari e quote societarie riconducibili agli indagati in tutto il territorio nazionale. La vicenda nasce quando la Collefiorito e la Progetto Pluricom, due società del Lazio, vendono all’imprenditore Raffaele Di Mario (tra l’altro ex presidente del Pomezia Calcio già indagato a Roma per altra vicenda) alcuni terreni nella zona della Bufalotta incassando, come plusvalenza, crediti per 53 milioni di euro.

L’indagine Soldi che, dopo alcuni operazioni di falsa fatturazione, finiscono a Caraffini. Secondo l’accusa di questi soldi, 40 milioni furono utilizzati per capitalizzare la Gepafim, una holding che partecipa alla procedura per rilevare l’amministrazione straordinaria della Iar-Siltal spa e Silia spa, società del settore della refrigerazione a Casale Monferrato, in provincia di Alessandria. Le indagini hanno accertato che i 40 milioni erano in parte inesistenti e in parte provenienti da precedenti operazioni illecite quali distrazioni patrimoniali a danno di società immobiliari.

La vicenda Sirtal Acquistato il gruppo industriale in amministrazione straordinaria, gli arrestati, secondo l’accusa, hanno dimesso a loro vantaggio gran parte degli immobili. Il 22 marzo il Tribunale di Casale Monferrato, in Piemonte, ha dichiarato il fallimento delle società Sirtal e Silia, azienda produttrice di impianti di refrigerazione di livello nazionale, che fino al 2007 contava circa 1.200 dipendenti. Neppure un mese dopo il tribunale di Roma dichiarava il fallimento della Gepafin, la holding che era al vertice del gruppo accertando distrazioni per circa 50 milioni di euro.

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Bancarotta Siltal: scoperta cessione di cespiti a Pignataro

Dopo l'arresto del numero uno Gabrio Caraffini

Bancarotta Siltal: arrestato il numero uno Gabrio Caraffini. Gli arresti eseguiti oggi arrivano al termine di una indagine partita lo scorso anno. La vicenda nasce nel 2005, quando la Collefiorito e la Progetto Pluricom, due società del Lazio riconducibili a Caraffini, vendono all'imprenditore Raffaele Di Mario (ex presidente del Pomezia Calcio, già indagato a Roma per altra vicenda) alcuni terreni destinati alla costruzione del centro commerciale "Dima Shopping Bufalotta", ottenendo una plusvalenza pari a 53 milioni di euro di crediti (in gran parte inesigibili) che, attraverso il ricorso massiccio a fatturazioni per operazioni inesistenti, vengono dirottati a Caraffini, ritenuto dagli inquirenti il "dominus" dell'operazione. Circa 11 milioni sarebbero stati a questo punto distratti a vantaggio di Caraffini e di societa' a lui riconducibili, mentre oltre 40 milioni vengono usati dall'imprenditore per capitalizzare la Gepafim, holding che attraverso la newco Siltal rileva dall'amministrazione straordinaria la Iar-Siltal e al Silia spa di Casale Monferrato. Dalle indagini e' emerso che dei crediti conferiti in Gepafim solo 17 milioni si tramutano in denaro realmente disponibile, mentre il resto viene distratto a favore di societa' riconducibili sempre a Caraffini. Quanto alla Iar-Siltal e alla Silia, acquisite grazie a finanziamenti concessi a Siltal da Banca Intesa, gli arrestati avrebbero dismesso a loro vantaggio gran parte degli immobili che costituivano il residuo patrimonio aziendale. In particolare le Fiamme Gialle hanno scoperto che la cessione dei cespiti residui di Iar-Siltal e Silia (due complessi industriali ad Abbiate Grasso, in provincia di Milano, e a Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta) è avvenuta attraverso un contratto di lease back con Intesa Leasing. Al termine dell'operazione, l'istituto bancario e' rientrato dei soldi ma nell'ordinanza con cui ha disposto gli arresti il Gip afferma che il ruolo della banca in questa vicenda, al momento sospeso, va approfondito. Chi indaga vuole capire come mai nessuno abbia vigilato sulla effettiva consistenza patrimoniale della Gepafim.

dal corriere della sera

Bancarotta Siltal: arrestato il numero uno Gabrio Caraffini

Distratti 50 mln, persi 1.500 posti di lavoro Roma, 29 set - Bancarotta, riciclaggio, appropriazione indebita e trasferimento fraudolento di valori. Per questi reati oggi il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, guidato dal colonnello Pietro Bianchi, su richiesta del Gip di Roma, Tommaso Picazio, ha eseguito cinque misure cautelari in carcere nei confronti dell'imprenditore perugino Gabrio Caraffini, numero uno di Siltal e di Gepafim, holding a capo di un gruppo imprenditoriale attivo nei settori industriale, immobiliare e finanziario, e di quattro suoi collaboratori. Gli arresti si riferiscono alla bancarotta della Siltal, dichiarato il 22 marzo 2011 dal Tribunale di Casale Monferrato, e della Gepafim, la holding di Caraffini a capo di un gruppo imprenditoriale attivo nei settori industriale, immobiliare e finanziario, dichiarato il 18 aprile scorso. Nel 2007, attraverso la newco Siltal, Caraffini acquisto' due importanti aziende produttrici di impianti di refrigerazione di Casale Monferrato in amministrazione straordinaria, la Iar-Siltal, che allora contava 1.286 operari, e la Silia, che all'epoca contava 313 operai. Dopo essere state svuotate della parte attiva le due aziende (una serie di immobili e capannoni industriali ceduti in lease back a Intesa Leasing, societa' di Banca Intesa) sono state portate al fallimento (oggi contano in tutto 15 operai). Secondo il Procuratore aggiunto di Roma, Nello Rossi, e i Pm, Maria Francesca Loy, Giuseppe Cascini e Maria Sabina Calabretta, gli arrestati avrebbero distratto circa 50 milioni di euro. Le Fiamme Gialle hanno anche eseguito sequestri di immobili per 20 milioni di euro e di conti correnti, titoli azionari, depositi bancari in 28 istituti di credito e quote societarie. Gli indagati sono in tutto 26. Dlu - 29-09-11 14:45:09 (0237) 5